sabato 31 ottobre 2015

Pumpkin pie: un brutto grande classico per il tuo Halloween.

Oltre Halloween. Decisamente, fottutamente oltre.

Amici e amiche delle crostate con la crosta, cultori del carbonizzato nascosto sotto a coltri di zucchero a velo, benvenuti tra le oscure pagine di Orrori da Mangiare, l'unico blog che letto all'incontrario, si trasforma in un menù da ristorante francese pluristellato Michelin.
Ma iniziamo subito.



Un giorno, prima dell'esistenza dei foodblogger, una donna (diciamo 'donna' solo per convenzione), guardò una zucca, la fissò per 35 minuti e poi esclamò: "Potrei fare un dolce con questa!".
A quei tempi non esistevano i libri di cucina americana di Martha Stewart, non esisteva nemmeno Martha Stewart. O forse si. Dipende da quanti anni nasconde sotto al cerone di impanatura.

Dicevamo: questa povera donna non aveva neanche l'ausilio di un forno, nè ventilato, nè statico, tantomeno a microonde, niente di niente! Perché? Ma perchè non erano ancora stati inventati! Per cuocere la sua torta, si dovette così accontentare di un fuoco fatto di tronchi e sterpaglie.

Un tempo non esistevano nemmeno tutti gli elettrodomestici di oggi, così la brillante e precoce foodblogger dei tempi antichi, fu costretta a ricavare la polpa della zucca tagliandola a fette come un melone, masticando l'interno per poi risputarlo in poltiglia. Aveva appena inventato il frullatore. Ma c'era troppa saliva, e così l'idea venne presto accantonata.

I tempi passati erano davvero cupi, perché la poveraccia non poteva contare nemmeno sull'ausilio di una banalissima teglia, infatti non erano ancora state inventate. Così concepì una primitiva forma di crosta, che avrebbe potuto contenere, previa cottura, la poltiglia di ortaggi rimasticati.
Era così nata la pumpkin pie, ovvero la crostata di zucca.

Questa crostata primordiale, con crosta frastagliata a causa della mancanza di mattarello, formata da un misto di farina e terracotta in polvere, doveva cuocere almeno un minimo. Ma visto che non si poteva sprecare il fuoco per un semplice dolce, per di più mai sentito prima e fatto addirittura di zucca masticata, la pasticciona dei tempi bui dovette arrangiarsi ed adagiare il suo virgulto dolciario su di un fuoco della potenza pari a quella di una pira mortuaria, che serviva a riscaldare il marito e i suoi 17 figli.

Dopo 5 minuti il dolce risultava ben cotto, ma ci fu poco da gioire, perchè il destino beffardo volle disegnare su quella prelibatezza un ghigno di cenere. Eccovi un dagherrotipo dell'epoca.



Buon Halloween a tutti voi che leggete queste pagine di pura immondizia commestibile.

                        


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