lunedì 5 ottobre 2015

Pizzamelabiscottinutellasmarties anche se ti sembra che abbia un suono spaventoso.


Devo aver fatto qualcosa di terribile in una delle mie vite passate.

Amici degli arresti domiciliari per stupro sulle mele, rieccoci a navigare nelle torbide e limacciose acque di Orrori da Mangiare.

No. Questo dolce non è stato pubblicato da un'amorevole zia per rendere felice la nipotina di 4 anni che ha pasticciato come farebbe solo un bambino in età prescolare.
Questo dolce è stato realizzato da un adulto, con consapevolezza. Un adulto conscio. Senziente. 





Abbiamo già analizzato il triste fenomeno delle schizofrenia culinaria, ne sono affette molte foodblogger su dieci. Purtroppo, queste poverette, non si rendono conto della terribile patologia che s'insinua strisciando nelle loro menti apparentemente lucide.
Succede tutto all'improvviso e senza avvisaglie. 
Tu stai lì, che prepari canticchiando come Biancaneve la tua pizza con le mele, quando il cervello comincia a funzionare ad intermittenza, e in men che non si dica, degli strani raptus s'impossessano di te. Possiamo riassumerli in 7 punti.

1) Sentire il bisogno di afferrare un pacco di biscotti Pan di Stelle, quelli che nella pubblicità sono fichissimi, ma che nella realtà sono delle rondelle di tufo secco con sopra delle stelle glassate alla cazzo di cane. 
2) Stendere uno strato pietoso di biscotti sulla pizza alle mele, che manco a dirlo aveva una dignità senza l'aggiunta di alcunchè.
3) Fingere di essere ad un vernissage con dimostrazione live di Action Painting e inzaccherare tutto di Nutella credendo di essere gli eredi di Pollock.
4) Candidarsi al Nobel per l'Orpello Inutile, aggiungendo degli Smarties come tocco finale.
5) Servire su un vassoio di plastica.
6) Credere che il concept di questa ricetta sia "pizza, frutta e cioccolato".
7) Avere un'allucinazione finale e totalizzante osservando intensamente i buchi del centrino, e al primo morso di questo troiaio, causa picco glicemico, inseguire il bianconiglio infilando la testa nel forno, ahimè spento.


                         

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